

L'anca a scatto è caratterizzata dalla tipica sensazione (e talvolta dal suono) di uno scatto dell'anca, dovuto al movimento di un muscolo o di un tendine (il tessuto fibroso che collega i muscoli alle ossa) sulla struttura ossea.
Quasi sempre non dolorosa e non pericolosa, l'anca a scatto colpisce soprattutto la parte esterna dell'anca dove il fascio di tessuto connettivo ileotibiale passa sopra la porzione piatta dell'anca, il grande trocantere. Quando l'anca è dritta, il fascio ileotibiale si trova dietro al trocantere, mentre quando l'anca si piega, il fascio gli passa sopra fino a trovarsi di fronte al trocantere. Il fascio ileotibiale è sempre in tensione, come un elastico; dato che il trocantere si proietta leggermente verso l'esterno, il movimento del fascio che lo attraversa crea il suono o la sensazione di scatto che caratterizza questa condizione, in sé non pericolosa, che può però in alcuni casi condurre alla borsite, un ispessimento e infiammazione della borsa, la sacca contenente liquido che consente al muscolo di muoversi sopra l'osso. Anche il tendine del femore può essere soggetto allo stesso "scatto" quando si piega la gamba.
La diagnosi viene confermata dalla visita medica e da ulteriori particolari accertamenti, del resto rari data l'innocuità della condizione, e in genere non viene evidenziata dalla radiografia, che risulta del tutto normale. Se lo scatto non provoca dolore, non è richiesto alcun trattamento, in caso di dolore è possibile assumere degli antinfiammatori e modificare la propria attività fisica per ridurre i movimenti ripetitivi dell'anca. L'eventuale borsite può essere trattata con iniezioni di cortisone per ridurre l'infiammazione. Il trattamento chirurgico, in genere in artroscopia, è rarissimo.
I problemi muscoloscheletrici del bambino in crescita sono diversi da quelli di un adulto, così come lo è la risposta ai traumi, alle infezioni e alle deformità. A volte, quello che appare in prima battuta come un'anomalia è invece una semplice variazione del processo di crescita e si risolve spontaneamente con il tempo, così come molte condizioni sono uniche dell'infanzia, e non si possono verificare nella vita adulta. Il compito del chirurgo ortopedico pediatrico è di diagnosticare e curare i problemi muscoloscheletrici dei bambini, quali per esempio le deformità degli arti o della colonna vertebrale osservati alla nascita o più tardi (piede torto del neonato, scoliosi, dismetrie degli arti), e così via), le anomalie della deambulazione, i traumi ossei, le infezioni, i tumori e le patologie delle ossa o delle articolazioni.
Il materiale riassorbibile nella chirurgia del piede
Essendo il piede un organo di movimento, la mia attitudine è limitare il più
possibile l'uso per la chirurgia di materiale metallico che porta a una
rigidità e a volte a un'intolleranza. Negli ultimi anni il materiale
metallico usato in precedenza è stato via via sostituito da materiale
riassorbibile in polilattato (viti, cambre, pin) che è da preferire quando
possibile all'uso di materiale metallico, essendo il polilattato riassorbito
dall'organismo nel giro di 6-8 mesi e non dovendo essere rimosso.
L'anca a scatto è caratterizzata dalla tipica sensazione (e talvolta dal suono) di uno scatto dell'anca, dovuto al movimento di un muscolo o di un tendine (il tessuto fibroso che collega i muscoli alle ossa) sulla struttura ossea.
Quasi sempre non dolorosa e non pericolosa, l'anca a scatto colpisce soprattutto la parte esterna dell'anca dove il fascio di tessuto connettivo ileotibiale passa sopra la porzione piatta dell'anca, il grande trocantere. Quando l'anca è dritta, il fascio ileotibiale si trova dietro al trocantere, mentre quando l'anca si piega, il fascio gli passa sopra fino a trovarsi di fronte al trocantere. Il fascio ileotibiale è sempre in tensione, come un elastico; dato che il trocantere si proietta leggermente verso l'esterno, il movimento del fascio che lo attraversa crea il suono o la sensazione di scatto che caratterizza questa condizione, in sé non pericolosa, che può però in alcuni casi condurre alla borsite, un ispessimento e infiammazione della borsa, la sacca contenente liquido che consente al muscolo di muoversi sopra l'osso. Anche il tendine del femore può essere soggetto allo stesso "scatto" quando si piega la gamba.
La diagnosi viene confermata dalla visita medica e da ulteriori particolari accertamenti, del resto rari data l'innocuità della condizione, e in genere non viene evidenziata dalla radiografia, che risulta del tutto normale. Se lo scatto non provoca dolore, non è richiesto alcun trattamento, in caso di dolore è possibile assumere degli antinfiammatori e modificare la propria attività fisica per ridurre i movimenti ripetitivi dell'anca. L'eventuale borsite può essere trattata con iniezioni di cortisone per ridurre l'infiammazione. Il trattamento chirurgico, in genere in artroscopia, è rarissimo.
I problemi muscoloscheletrici del bambino in crescita sono diversi da quelli di un adulto, così come lo è la risposta ai traumi, alle infezioni e alle deformità. A volte, quello che appare in prima battuta come un'anomalia è invece una semplice variazione del processo di crescita e si risolve spontaneamente con il tempo, così come molte condizioni sono uniche dell'infanzia, e non si possono verificare nella vita adulta. Il compito del chirurgo ortopedico pediatrico è di diagnosticare e curare i problemi muscoloscheletrici dei bambini, quali per esempio le deformità degli arti o della colonna vertebrale osservati alla nascita o più tardi (piede torto del neonato, scoliosi, dismetrie degli arti), e così via), le anomalie della deambulazione, i traumi ossei, le infezioni, i tumori e le patologie delle ossa o delle articolazioni.
Il materiale riassorbibile nella chirurgia del piede
Essendo il piede un organo di movimento, la mia attitudine è limitare il più
possibile l'uso per la chirurgia di materiale metallico che porta a una
rigidità e a volte a un'intolleranza. Negli ultimi anni il materiale
metallico usato in precedenza è stato via via sostituito da materiale
riassorbibile in polilattato (viti, cambre, pin) che è da preferire quando
possibile all'uso di materiale metallico, essendo il polilattato riassorbito
dall'organismo nel giro di 6-8 mesi e non dovendo essere rimosso.