
Lo slittamento dell’epifisi femorale viene confermato in base alla raccolta della storia del bambino, l’esame visivo, l’osservazione della camminata, e la radiografia dell’anca, che evidenzia il mancato allineamento della testa del femore.
La causa dell’epifisi femorale è sconosciuta, tuttavia la patologia è tre volte più frequente nei maschi che belle femmine; colpisce in prevalenza soggetti sovrappeso, ed è una condizione a evoluzione lenta e graduale che raramente insorge all’improvviso, e in quest’ultimo caso è associata a una caduta o a un altro trauma.
Trattata precocemente e nel modo corretto, l’epifisi del femore guarisce bene e con un buon recupero della funzionalità dell’anca.
I sintomi sono dolore all’anca o al ginocchio, e zoppia intermittente.
A volte il bambino non riesce a sopportare alcun peso sulla gamba malata, che spesso appare maggiormente ruotata verso l’esterno e più corta rispetto alla gamba sana.
L’esame visivo conferma che l’anca ha una mobilità ridotta, con incapacità parziale o totale di flessione e rotazione verso l’interno.
Il dolore è causato dall’infiammazione, e può essere associato a spasmi. Il trattamento è esclusivamente chirurgico, e serve in primo luogo a prevenire ulteriori slittamenti della testa del femore e l’insorgenza dell’osteoartrite.
La diagnosi precoce garantisce i migliori risultati. I trattamenti chirurgici sono:
Tra le complicazioni possibili dell’intervento, la più comune è la necrosi avascolare della testa del femore e la condrolisi.
La necrosi avascolare è l’alterazione permanente dell’irrorazione sanguigna della testa del femore, causata dal suo scivolamento. A oggi, non è possibile prevedere il rischio soggettivo di necrosi avascolare, né prevenirne le complicazioni.
I segni della necrosi possono restare invisibili alla radiografia per i 6-24 mesi successivi all’intervento, mentre la condrolisi, o perdita della cartilagine articolare dell’articolazione dell’anca, è una complicazione importante della patologia e può irrigidire l’anca fino alla perdita permanente della mobilità.
Dopo l’intervento è necessario l’ausilio delle stampelle per qualche settimana o mese.